La bellezza di questi luoghi è data dalle immagini che
scorrono davanti agli occhi e che mostrano una Valle rigogliosa, verde, ricca
d’antichi mulini abbandonati e centri rurali.
La sede del Comune è a Molino Vecchio, a 533 metri slm
distante circa 35 km da Genova; spostandosi d’altri 5 km circa verso il Monte
Antola, si arriva ad uno stupendo borgo medioevale chiamato Senàrega, se si ha
voglia di fare un rilassante tuffo nel passato, la visita a questo meraviglioso
borgo è notevolmente consigliata.
Ad attendervi a Senàrega, oltre al cartello contenente la
scritta “Borgo Medioevale XII° XIII° secolo RISPETTATELO”, troverete il Ponte
Medioevale coevo al Castello dei Fieschi, quest’ultimo costituito da una pianta
quadrata del XII secolo e dal palazzo annesso, attualmente in fase di
ristrutturazione; la Chiesa dell’Assunta con dipinti di pregio al suo interno
ed il Museo Etnografico dell’alta Valle Scrivia con la prima sezione dedicata
alla stalla ed alle attività produttive ad essa collegata.
La sede del Museo è posta nei fondi della canonica, questa
sezione è dedicata all’ambiente della Stalla con tutte le attività produttive,
dalla fienagione, alla produzione di burro e formaggio, dall’alpeggio nei mesi
estivi, all’utilizzo come luogo d’aggregazione in quelli invernali; oltre a
tutta una serie d’utensili si trovano anche testi che raccontano la vita
contadina di un tempo, raccontata dagli ultimi testimoni di un’epoca ormai
persa nei tempi.
Visitando questo museo si ha l’impressione di partire con la
mente e di ritornare indietro nel tempo, l’atmosfera che si vive al suo interno
è magnifica, chiudendo gli occhi s’inizia a sognare e si ripercorre la vita di
Maito, la protagonista di un celebre romanzo scritto da Armanda Navone, nativa
della Valbrevenna, che ripercorreva uno spaccato di vita quotidiana alla fine
dell’Ottocento, dove le persone vivevano col poco che gli era concesso ed il
far da sé non era un hobby ma una dura necessità.
Le testimonianze raccolte dalle persone che hanno vissuto
queste vicende, ci portano a riflettere ed a capire quanto siamo fortunati a
vivere in un tempo dove quando abbiamo sete non percorriamo molta strada per
attingere l’acqua alla fonte, ma semplicemente apriamo il rubinetto, quando
arriva il buio, non accendiamo lampade ad olio ed andiamo a letto come le
galline ma schiacciamo il tasto della corrente elettrica e quando abbiamo fame
non razioniamo il cibo per tutto l’inverno ma andiamo al supermercato e
n’acquistiamo in gran quantità.
Il silenzio di Senàrega vi accompagna per tutta la visita,
uno squillo improvviso del cellulare vi può portare alla realtà dei vostri
tempi, ma ne resterete delusi, un utensile così moderno stona notevolmente con
le emozioni propagate dal borgo.
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